“Basta con il precariato”

Intervista a La Nuova Sardegna, di Alessandro Pirina.

«Ogni voto per noi è uno in meno al disegno di Renzi e Berlusconi di governare insieme per cinque anni». Roberto Speranza sbarca nell’isola per lanciare la proposta politica di Liberi e uguali, l’alleanza elettorale nata alla sinistra del Pd. «Siamo l’unica grande novità in Italia dice il coordinatore nazionale di Mdp -. E la leadership di Pietro Grasso è molto diversa dalle altre in campo. Siamo il movimento del lavoro, dell’uguaglianza e delle libertà. Senza di noi ci sarebbe un vuoto politico. Renzi, Berlusconi, Salvini, Grillo sono proposte che il Paese ha già conosciuto, ma soprattutto non sono in grado di difendere quel sistema di valori che invece noi vogliamo difendere. Penso alla scuola pubblica, alla sanità pubblica. E soprattutto al lavoro. Che anche in Sardegna è un’emergenza».

Quali sono i provvedimenti da prendere per primi?
«Innanzitutto, diciamo stop alla precarietà. Basta con i contratti di lavoro che durano pochi giorni, che impediscono di costruirsi una vita. Nel 2017 su cento contratti nuovi oltre 90 erano precari. È una realtà insostenibile, perché costringe le generazioni più giovani a non potersi costruire una vita degna di questo nome. Ecco perché bisogna subito eliminare queste modalità e puntare tutto su contratti a tempo indeterminato e a tutele piene. Per produrre lavoro bisogna puntare sugli investimenti, pubblici e privati. Invece, in questi ultimi anni si sono concentrati su bonus e regalie fiscali che hanno prodotto poco o nulla».

Liberi e uguali dichiara di nascere per rafforzare il centrosinistra, ma in realtà rischia di favorire il ritorno della destra.
«Il centrosinistra è una sigla che dice poco se non la si riempie di contenuti. Quello che conta è il modello di società, e dunque investire sulla scuola, sulla sanità, sul lavoro. Il Pd questi valori li ha negati. Penso al jobs act, alla buona scuola, al “ciaone” la notte del referendum sulle trivelle. Il problema non è quale sigla ma il modello di Paese da costruire».

Romano Prodi, uno dei padri dovrà tornare al voto. del centrosinistra, vi accusa di essere contro l’unità.
«Io ho rispetto per Prodi ma avrei voluto sentire queste voci quando si toccavano i diritti dei lavoratori, quando si approvava la riforma della scuola contro gli studenti, quando si votavano 8 fiducie su In Sardegna governate con il una legge elettorale vergognosa. È lì che si è rotto il centrosinistra.E Liberi e uguali nasce per cercare di rialzare il sistema di valori che è stato caplestato».

Sul rapporto con i 5 stelle in Liberi e Uguali sembrano esserci posizioni diverse: Grasso possibilista, Boldrini contraria.
«Quando mi chiedono che alleanze farete dopo il voto rispondo sempre che vanno fatte con insegnanti, studenti arrabbiati, con i cittadini che non riescono a curarsi. Sono queste le uniche allenaze che hanno senso. E noi andremo in Parlamento con la nostra agenda e ci confronteremo».

Berlusconi e Renzi si dicono d’accordo che senza i numeri si dovrà tornare al voto.

«In realtà, loro sono d’ accoressere su tante cose, dal lavoro al fisco, alla immigrazione. Stanno solo provando a nascondere il loro vero disegno, che è quello di governare insieme per 5 anni. Ogni voto dato a noi serve a scardinare questo scenario».

In Sardegna governate con il Pd e nel 2019 si torna al voto: confermerete l’alleanza?
«Noi non abbiamo pregiudizi, ci confrontiamo nel merito. Valuteremo agenda e programma e se ci saranno le condizioni faremo l’accordo. Come è successo nel Lazio con Zingaretti. Cosa che invece non è accaduta in Lombardia con Gori».

Nell’isola la composizione delle liste è stata travagliata: l’imposizione di una candidatura catapultata da Roma ha portato a defezioni eccellenti.
«Il Rosatellum è una legge sbgliata contro cui ci siamo fortemente opposti e ha causato problemi in tutti i partiti e in tutto Paese. Ora però è il momento di fare la campagna elettorale per offrire finalmente agli italiani la proposta progressista che finora è mancata per il cambiamento».