Lunedì è a un passo. Ogni ora deve essere utilizzata per costruire l'unità del Pd. Spero che questo messaggio sia utile. Ragioniamo di alcune modifiche all'Italicum. La palla è in mano a Renzi. A questo punto l'unità può costruirla solo lui., continua
Dalla riunione del 21 è uscito un messaggio duro, di rottura. Ma sono sbagliate queste spinte centrifughe, che aprono all’uscita dal PD. Questo è il nostro partito e questo è il nostro governo. (Continua a leggere), continua
Bologna 14 marzo 2015 - Relazione di Roberto Speranza
La riunione di oggi è molto importante perché ci permette di alzare lo sguardo e di pensare al futuro. Al percorso che vogliamo costruire e ragionare del nostro paese, dell’Europa, e del ruolo del Pd in questo tempo nuovo nel quale siamo chiamati a esprimere la nostra azione e la nostra iniziativa politica. Mi piace essere a Bologna. Grazie al sindaco, al mio amico Francesco Critelli, segretario provinciale. Bologna è una città decisiva, fondamentale per la sinistra italiana.
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Non credo al teorema dell'uomo solo al comando, ma Renzi stesso sa bene che nessuno ce la fa da solo.
Landini? Non è la nostra strada. C'è bisogno di una sinistra di governo che migliori la vita dei cittadini. Le urla e i proclami televisivi non bastano.
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In Aula il loro comportamento è stato inaccettabile, con un ostruzionismo pregiudiziale su tutto. Fino all'elezione di Mattarella questa era una buona riforma, poi no. E' una cosa incomprensibile. Il PD sente la responsabilità di trovare l'intesa con le opposizioni affinché queste rientrino in aula per il voto finale della riforma costituzionale. , continua
Il Pd chiede per primo di dare tempi aggiuntivi alle opposizioni sulle riforme ma mette dei paletti chiari: di fronte a una tentazione di porre veti per bloccare le riforme il Pd dice no. Il Pd non ci sta e siamo pronti alla più forte battaglia politica in Parlamento. Il gruppo del Pd esprime un'opinione favorevole rispetto alla concessione di tempo aggiuntivo ai gruppi di minoranza, io per primo ho espresso parole di apertura a questa ipotesi. C'è un diritto giusto e sacrosanto delle opposizioni di dire la loro, ma poi c'è anche un diritto della maggioranza a poter vedere i provvedimenti che vanno avanti. Su questo esprimo grande preoccupazione: che possano essere presentati subemendamenti ogni mattina. In modo unilaterale io ho detto sì a non perdere l'ultima occasione di trasformare il dibattito in quest'aula in un dibattito vero di cui andare orgogliosi. Da deputato mi sono vergognato delle liti e dei tumulti. C'è ancora un margine ma è molto stretto. Chiedo ai gruppi di opposizione di riflettere.
Signor Presidente, intervengo perché ritengo che sia fondamentale affermare tutta la volontà del Partito Democratico di andare avanti sul percorso delle riforme costituzionali. Vogliamo dirlo nel modo più convinto possibile: le riforme si fanno perché ne ha bisogno l'Italia.
Guardate, non le abbiamo mai fatte perché ne ha bisogno un leader politico o un altro, perché abbiamo bisogno di un'etichetta da attaccare da qualche parte. Delle riforme costituzionali ha bisogno l'Italia e noi andremo avanti con decisione su questo terreno.
Era il gioco delle tre carte, baravano. Volevano un Presidente della Repubblica accomodante. Tuttavia non smetto di credere che le riforme si possano fare dialogando anche con le forze che non stanno nella maggioranza di governo. Penso sia giusto andare oltre la maggioranza di governo per fare le riforme istituzionali. Ma se Berlusconi ha pensato di interpretare questo Patto come uno scambio sulla presidenza della Repubblica allora è bene che si sia rotto. Per noi l'intesa con FI riguarda solo la riforma costituzionale e l'Italicum., continua