“Jobs Act sbagliato, il governo dia risposte”

Intervista a la Repubblica, di Giovanna Casadio.
Roma. «Ci sono punti del Jobs Act che vanno cambiati. La Consulta ha bocciato il quesito sull’articolo 18, ma non si può assistere impotenti alla crescita dei licenziamenti disciplinari». Roberto Speranza, leader della sinistra dem, dà battaglia. Chiede modifiche sul lavoro. Se nulla si muoverà, annuncia il suo Sì ai due referendum e una sfida sull’articolo 18.


Speranza, le dispiace che la Consulta abbia bocciato il quesito sull’articolo 18?

«Le sentenze si rispettano, non mi piace esprimere giudizi sul lavoro della Consulta. Ne prendiamo atto. Punto».

Qualcuno maliziosamente dice che quel quesito è stato formulato male dalla stessa Cgil?
«Eviterei dietrologie. Va rispettato il lavoro della Consulta e allo stesso tempo vanno rispettati i milioni di cittadini che hanno sottoscritto quei quesiti sul lavoro, che hanno espresso democraticamente una opinione utilizzando uno strumento come il referendum abrogativo previsto dalla nostra Costituzione».


Lei è a favore dei quesiti su cui si andrà a votare?

«Credo che ci sia spazio perché intervengano il Parlamento e il governo rispondendo alle questioni di merito poste su licenziamenti, voucher e appalti. Se invece questo non dovesse accadere e i testi di legge restassero quelli che ci sono oggi, io voterei convintamente Sì ai due referendum ammessi».


E pensa a una battaglia politica sull’articolo 18?

«Quando si approva una norma bisogna avere poi il coraggio di monitorarne e valutarne gli effetti. E quando ci si rende conto che gli effetti non sono quelli immaginati, bisogna avere il coraggio di cambiare. Questo vale per i voucher, dove i numeri ci dicono che si è di fronte a un abuso: erano nati per fare emergere un po’ di lavoro nero , oggi ci troviamo con circa 150 milioni di voucher venduti nel 2016 e con una nuova forma inaccettabile di precarietà che colpisce i più deboli e le generazioni più giovani».

E sui licenziamenti?
«Abbiamo visto una consistente crescita di quelli disciplinari. Anche se non ci sarà il referendum, vogliamo fare finta di niente? Cosa si fa davanti alle statistiche? Non vogliamo fare un articolo 18? Facciamo un 17 e mezzo, per dirla con la battuta di Bersani».

I voucher. Anche la Cgil li usa.
«La polemica con la Cgil è senza senso. Il punto non è la Cgil ma i nuovi giovani precari a cui dobbiamo dare una risposta».

Sinistra Italiana presenterà una mozione il 23 gennaio sui referendum sul lavoro, la voterà?
«La valuterò, ma servono nuove norme, non basta una mozione».

Le elezioni politiche si allontanano?
«La domanda non è quanto dura il governo Gentiloni ma cosa fa. Per me se rimette al centro la questione sociale, può andare avanti».