Intervista a la Repubblica, di Giovanna Casadio
Roma. «Scenderò in piazza sabato con le famiglie arcobaleno, non so ancora se a Potenza o a Roma». Roberto Speranza, leader della sinistra dem, si è sposato quest’estate – a Gerusalemme nella chiesa di Nostra Signora della pace – dopo anni di convivenza e due bimbi. Vorrebbe che anche una coppia omosessuale possa sposarsi: «Sono per i matrimoni egualitari».
Speranza, la legge sulle unioni civili va approvata così com’è?
«Sì. L’Italia sta pagando un ritardo inaccettabile in materia di diritti civili. Penso inoltre che il testo Cirinnà sia un buon compromesso e che vada approvato immediatamente. Il Senato dia il via libera e la Camera dia poi il suo ok alla legge che esce da Palazzo Madama, senza ulteriori modifiche».
E lei sarà in piazza sabato?
«Sostengo l’iniziativa delle famiglie arcobaleno e di chi da anni si batte perché questi diritti arrivino anche in Italia. Siamo tra gli ultimi in Europa».
Alcuni suoi compagni di partito vanno invece al Family day, la manifestazione dei cattolici il 30 gennaio.
«Tutte le piazze, e tutte le sensibilità, vanno rispettate. Temi come questo interrogano le coscienze. Ma personalmente ritengo che bisogna mettere la parola fine a questa impasse. Non si può rimandare ancora l’estensione dei diritti. Non ci sono verità assolute. Né io ho furie ideologiche o la verità in tasca».
Ma non crede che una mediazione sia indispensabile e vada cercata?
«Sono contrario a modifiche, perché la legge in discussione al Senato è già una mediazione. Per me la proposta migliore sono i matrimoni egualitari, che sono una posizione più avanzata. Per intenderci, sono quelli su cui la cattolica Irlanda ha fatto un referendum. Gli irlandesi hanno votato a maggioranza i matrimoni anche per i gay. Tuttavia, capisco che l’importante è avere una legge e quindi bene il testo della Cirinnà. Ripeto, è già un compromesso».
Il punto di scontro più acceso è la stepchild adoption. Potrebbe essere stralciata?
«No. Senza stepchild adoption non regge più il compromesso raggiunto. Se il disegno di legge al voto in Senato si indebolisce ulteriormente, si rischia di spezzare il filo. Sarebbe un cedimento non accettabile. Per me la stepchild è una misura di buonsenso. Vorrei si aprisse una discussione sulle adozioni piene. La domanda per me è: «Meglio un bimbo in un orfanotrofio o in una famiglia?».
Non trova ci sia il pericolo di profili di incostituzionalità, come i cattolici sostengono rimandano ai dubbi del Quirinale? E il rischio di utero in affitto?
«Non li vedo, mi pare una posizione sbagliatissima».
Siamo al braccio di ferro tra laici e cattolici nel Pd?
«La cultura cattolico-democratica ha un peso importante nel Pd. Non credo che questo sia il momento di misurare se pesa di più l’anima laica o quella cattolica, ma di dare risposta alla domanda di diritti che proviene da migliaia di persone».