Intervista a la Gazzetta del Mezzogiorno.
Roberto Speranza, lucano, possibile competitor di Renzi al prossimo congresso del Pd: in queste ore il Paese è in prima fila per fronteggiare l’emergenza in Libia. Qual è il suo giudizio?
«Mi sembra che il clima sia molto teso. In 24 ore siamo passati dal dramma dei due italiani uccisi alla buona notizia della liberazione degli altri due. La prudenza del governo italiano è apprezzabile».
Su questo, c’è chi dice che siamo un Paese in guerra. È così?
«Non siamo un Paese in guerra. La geografia, prima della politica, ci consegna però un ruolo chiave nella vicenda libica. E un ruolo che dobbiamo sapere svolgere con attenzione».
In che senso?
«Un intervento con modalità errate può finire per rafforzare la sintonia tra l’Isis e il popolo libico. Se diamo la sensazione di voler entrare in maniera ostile in quel territorio rischiamo di consegnare un pezzo significativo di popolazione libica alla propaganda anti occidentale dell’Isis. Noi siamo coinvolti, ma non siamo in guerra, e non dobbiamo commettere errori».
Con ciò che sta accadendo in Grecia, c’è un rischio di una nuova ondata di profughi in Puglia. Che dice?
«Sono due questioni connesse. Fino a quando non ci saranno nuove condizioni di stabilità nel Mediterraneo, l’immigrazione da quei paesi sarà una conseguenza inevitabile. Non c’è filo spinato che possa frenare la disperazione di chi cerca libertà e un po’ di benessere. Fino a quando ci sarà instabilità nel Mediterraneo, l’immigrazione drammatica che abbiamo visto in questi giorni non si fermerà».
Un capitolo di questi giorni riguarda il tema delle adozioni e della paternità di Vendola. Qual è la sua posizione?
«Un abbraccio a Nichi, che vive un momento di felicità. Poi grande dispiacere per i toni di volgarità che non sono mancati. Anche se gli attacchi peggiori sono venuti dalla politica. E questo significa che su molti temi la società è più avanti di noi. Dobbiamo affrontare con maturità il dibattito sulle adozioni. Mi dispiace molto che nella discussione sulle unioni civili sia stato stralciato l’articolo sull’adozione del figlio del partner».
Ma alcuni parlamentari del Pd hanno presentato un nuovo ddl per recuperare la questione?
«Non è stato ancora presentato, c’è l’idea di farlo come gruppo Pd. Stiamo ragionando sul merito della proposta».
Lei ha chiesto di anticipare il congresso del Pd. Perché?
«Ho posto il tema di fondo che riguarda la nostra prospettiva politica. Il Pd è a un bivio: lavoriamo alla costruzione di un nuovo centrosinistra o ci buttiamo nella prospettiva del partito della Nazione?. Questo può deciderlo solo un congresso».
Se chiede di anticipare il congresso significa che c’è stato uno strappo della linea e dell’identità del partito?
«Si era detto mai più con la destra e invece si imbarca Verdini senza che i suoi numeri siano necessari. Penso che in questo allargamento della maggioranza si da il segnale di volere andare in una direzione sbagliata: archiviare il centrosinistra e fare il partito della nazione».
Renzi in questi due anni di governo, con le alleanze variabili, ha governato con i grillini, Verdini, Berlusconi. Scelte solo contingenti?
«Non ho visto mai i grillini votare la fiducia. Perché votare la fiducia significa entrare nella maggioranza. Allargare a Verdini è grave. Dà un messaggio sbagliato ai nostri militanti, che hanno già vissuto con sofferenza alcuni passaggi parlamentari, penso alle riforma di scuola, lavoro e Italicum, e che si chiedono dove va questo Pd. Siccome si tratta di una questione che tocca l’identità del Pd credo che solo il congresso possa decidere».
Rossi si è già candidato alla segreteria. Lei è in rampa di lancio. Poi c’è l’incognita Emiliano. Non sono un po’ troppi gli anti-Renzi?
«Ho posto una questione politica che riguarda il futuro del Pd. I nomi arriveranno quando si deciderà di fare il congresso. Ora occorre parlare di progetto e di linea politica. Abbiamo fondato il Pd per essere il cardine del centrosinistra e mi batterò con tutte le energie nel Pd perché si eviti la deriva del partito della Nazione».
Rossi in campo per stoppare Emiliano?
«Non so. Per me non si parte dalle singole personalità. Il rischio del Pd di Renzi è snaturare un partito che è nato per fare altro».
Emiliano corteggia continuamente i grillini. Può essere questa la prospettiva del Pd?
«No. Credo che il Pd debba difendere le proprie idee, la propria autonomia. Il centrosinistra non si costruisce con Verdini ma neanché con Grillo. Il centrosinistra è quello che già oggi governa la maggioranza dei comuni e delle regioni del nostro Paese».
Se le chiederanno di candidarsi contro Renzi, accetterà la sfida?
«Ora è il tempo di costruire un progetto politico alternativo al renzismo. Questa è la mia sfida. Le candidature vengono dopo.»