“Naturale nostra alleanza con il Movimento 5 stelle”

Intervista a il Fatto quotidiano, di Salvatore Cannavò.

 

Il ministro della Sanità Roberto Speranza è quello che più di tutti rivendica la propria appartenenza a sinistra. Segretario di Articolo 1, la formazione fuoriuscita dal Pd con Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema, oggi vede nel nuovo governo Conte una grande occasione della sinistra. E in testa ha l’idea di una nuova forza politica, un partito del lavoro.

Voi siete stati quelli che proponevano l’alleanza con il M5S già dopo il 4 marzo 2018
Siamo stati sempre convinti che il muro di incomunicabilità tra M5S e campo democratico dovesse cadere. Lo abbiamo detto nel 2018, ma non sfuggirà che lo avevamo già detto nel 2013.

La proposta dello streaming era però solo quella di un appoggio esterno al Pd.
Noi provammo ad aprire una discussione, ma il M5S appena arrivato in Parlamento non era pronto. Nel 2018 fu invece il Pd a non essere pronto con la strategia dei pop-corn.

Oggi invece il governo è nato, voi sembrate puntarci molto.
Per noi la nascita di questo governo è un successo perché il dialogo tra M5S e centrosinistra può consentire di rimpossessarci della questione sociale che la destra ci ha sfilato negli ultimi anni. La sinistra è stata incapace di rappresentare una forte domanda di protezione che emergeva in modo particolare dai ceti medi e dai ceti più deboli. Il rapporto tra noi e M5S è naturale perché può basarsi su aspetti fondamentali della cultura costituzionale. Anche per questo penso siano necessarie alleanze a tutti i livelli amministrativi.

La sinistra, però, ha sbrigativamente bollato come populiste certe istanza sociali.
Il termine che a me piace di più è “popolare”: noi abbiamo smesso di essere popolari in Italia e nel mondo. Dovremmo invece puntare a un nuovo rapporto con il popolo come fa negli Usa Bernie Sanders o Jeremy Corbyn in Gran Bretagna. C’è un’autocritica che la sinistra deve fare rispetto alla globalizzazione, soprattutto con il suo punto di crisi dopo il 2008.

Fu un errore il governo Monti?
Capisco le ragioni di responsabilità di allora, c’era un paese che stava cadendo, ma le scelte fatte da quel governo hanno contribuito alla rottura con le ragioni di chi dovevamo difendere.

Non avete sbagliato i tempi uscendo dal Pd? Non era più giusto rompere sul Jobs Act?
Uscire dal partito è stata una scelta drammatica per chi conosce le nostre biografie. Lo abbiamo fatto in ritardo quando ci siamo resi conto che era impossibile cambiare le ragioni di fondo. Ma quelle ragioni restano intatte.

Renzi è sicuro che lo sostituirete rientrando in quel partito
Non siamo usciti dal Pd perché c’era Renzi e non rientriamo perché se ne va Renzi. Il punto è l’idea di società e le scelte di fondo.

Ma se cambiano le scelte di fondo?
Penso che dobbiamo avere il coraggio di aprire una discussione vera sui fondamentali, senza paura e senza pregiudizi. Diciamo che l’organizzazione dei soggetti è “sovrastruttura”, ma quello che mi interessa è la “struttura”, cioè la visione di società

Non vi metterete a ricostruire un piccolo contenitore come è stato LeU?
Tutte le sigle hanno dimostrato limiti e insufficienze, quello che serve è qualcosa di nuovo con un’ambizione di governo, popolare, larga. Se ci limitiamo alle sigle che già ci sono, non si va lontano.

Una forza politica nuova?
Diciamo che oggi quello che c’è non basta e quel che serve ancora non c’è. Vorrei lavorare a quel che serve, una grande forza del lavoro.

Lei è il ministro della Salute. Ci dice qualche misura da prendere urgentemente?
Per me è fondamentale applicare l’articolo 32 e difendere la sanità pubblica. La Costituzione è il mio programma e io difenderò il sistema sanitario nazionale universale. Ma non si fa con la bacchetta magica, ci vogliono umiltà e consapevolezza della realtà.

Ma le persone in fila al pronto soccorso o in liste di attesa lunghe a volte un anno, chiedono risposte ora.
Sicuramente dovremo sfruttare meglio il sistema digitale, ad esempio per implementare il fascicolo sanitario elettronico, per cui quando un cittadino accede in un ospedale la sua storia è immediatamente disponibile a chi sta intervenendo. Sulle liste di attesa c’è già un piano avviato dal ministro Grillo su cui continuerò a lavorare.

E sulla vaccinazione?
Di fronte alla salute dei nostri figli, giù tutte le bandierine della politica. Per me è fondamentale affidarsi alla scienza. Sulla scuola verificheremo con il Miur i numeri veri e le ricadute reali della normativa vigente e va fatto ogni sforzo per non mettere in contraddizione due diritti irrinunciabili, quello alla salute e all’istruzione.