PARTITO DEMOCRATICO

Non mi sento minoranza, coltivo l’egemonia

Dobbiamo provare a tenere e ad organizzare un mondo che abbiamo rappresentato: la storia della sinistra riformista. E’ un obiettivo che non dobbiamo giocare nelle polemiche quotidiane dei giornali.
Io non mi sento bene con la parola minoranza, perché nella mia cultura politica ho sempre provato a fare egemonia, a costruire il centro dei processi politici. Io vorrei che si costruisse una nuova fase che supera il congresso, in cui le nostre idee possano stare in una dimensione nuova, che accoglie la sfida di Renzi ma che non smarrisce la nostra identità. Un processo di questo tipo non si può costruire in dinamiche strette. Non possiamo avere un protagonista o un nome stretto: Gianni è stato un nostro candidato, è un protagonista essenziale ma l’obiettivo che tutti quanti abbiamo è dire che il congresso è finito e che adesso bisogna scongelare le cose. Questo è un tema che noi dobbiamo provare a giocare. Dentro una dialettica, perché una dialettica c’è ed è giusto che sia così, dobbiamo ragionare di lealtà ed autonomia”. Speranza aggiunge: “La sfida di Renzi di scardinare questo Paese e fare le riforme è la nostra sfida. Io voglio dare una mano con l’autonomia di una storia lunga e profonda. Io non penso che la parola Sinistra sia una parola del passato, ma del futuro. Stiamo parlando di diritti, di uguaglianza. Abbiamo avuto troppo a parlare di piccole correnti e piccole leadership: non ci interessa più. Dobbiamo riaffermare il primato della politica in un momento nel quale tutti dicono che la politica fa schifo.