Intervista a la Repubblica, di Tommaso Ciriaco
Mai nel partito della Nazione, giura il leader della sinistra dem Roberto Speranza. E alle comunali niente intesa con l’Ncd.
Sostiene Alfano che lei lodò la nascita di Ncd e che ora lo attacca per colpire Renzi. È così?
«Fu un passaggio storico, evitò al Paese il baratro. Ma adesso voglio il centrosinistra e non possiamo costruirlo con Alfano. Chi dice che destra e sinistra sono categorie superate dice una c…».
Volete far cadere Renzi, come ipotizza Alfano?
«No, l’alternativa è il terzetto Grillo-Salvini-Berlusconi. Però vogliamo che il Pd non diventi il partito della Nazione. Un progetto così non mi interessa».
E però al momento i vostri alleati sono Alfano e Verdini.
«Questa alleanza deve terminare con la legislatura».
Entro il 2018, o prima?
«Quando sarà conclusa l’azione di governo. Le unioni civili, le riforme, il referendum».
Intanto arrivano le comunali. Chiedete un patto con Sinistra italiana, senza Ncd?
«Certamente. Con Si ovunque possibile, e niente Ncd. Se dobbiamo fare il centrosinistra, come facciamo ad allearci con chi si chiama nuovo centrodestra? I nostri elettori non hanno nulla a che fare con Alfano e Verdini».
Problema: Sinistra italiana respinge il Pd . Che fare?
«Tra loro il dibattito è aperto. Dobbiamo affidarci alle primarie come terreno per ricostruire il centrosinistra. E far capire ai nostri amici che non bisogna arrendersi. Nello spirito della lettera di Pisapia, Doria e Zedda».
Renzi vuole allearsi con Si?
«Deve volerlo, se vuole vincere. Nella prossima direzione del Pd deve arrivare una scelta di campo netta: il centrosinistra».
A Milano preferisce Majorino o Balzani, contro Sala?
«Sono tre nomi autorevoli».
E Giachetti per Roma?
«Decidono i romani. Mi è simpatico, è romanista come me».
Intanto c’è Fassina. Farebbe bene a tirarsi indietro?
«Si misuri con le primarie».
Lo sosterrebbe?
«Vedremo il nome del Pd, ma la sua candidatura ha senso solo nel campo del centrosinistra».
Capitolo referendum. Attaccate Renzi. Perché non stare al fianco del premier per il sì?
«Noi voteremo sì. Però diciamo che non si può trasformare il comitato per il no nel cartello delle forze antisistema. E quello per il sì in un nuovo soggetto politico: il partito della nazione».
Lo dica fin d’ora: non starete nel partito della nazione.
«Guardi che in quel caso non saremmo noi a non esserci, ma il Pd a non esistere più».
Intanto Verdini è decisivo. E se entrasse nel governo?
«Questo amoreggiare di Renzi con Verdini fa male a lui e al Pd. Delle poltrone non mi occupo».
Ma davvero volete che Renzi si dimetta da segretario?
«Il doppio incarico danneggia il Pd. Sta diventando un comitato elettorale. Con porte girevoli del trasformismo mai così aperte».
Se perde le amministrative Renzi rischia di cadere?
«Mi chiede se dovrebbe dimettersi? No. Ma non banalizzi un voto che ha valenza politica. Capiremo la sintonia con l’elettorato».
Ultima cosa: è giusto votare le unioni civili con Si e M5S?
«Il ddl è un compromesso, ma a questo punto va approva subito e senza modifiche. Non ci fermeranno le paturnie di qualche parlamentare. Ben venga la convergenza con Sel e il M5S. Ncd? Se ne farà una ragione».