“Oggi niente polemiche il Paese viene prima di tutto”

Intervista a La Stampa, di Francesca Schianchi.
«Non siamo in emergenza: in Parlamento c`è una maggioranza politica che può dare stabilità all`Italia». La Direzione del Pd è finita da poco, Roberto Speranza, ex capogruppo e leader di un`area di minoranza del partito, se ne va senza farsi intercettare da taccuini e telecamere e anche da militanti del sì pronti a fischiare i «dissidenti». Il messaggio che ci tiene a trasmettere e ripete con convinzione è «il Paese prima di tutto».

Cosa significa, Speranza?
«In questo momento il Paese deve venire prima di ogni altra cosa; dopo faremo una discussione seria su cosa abbia voluto dirci il referendum. Ma questo è un passaggio
chiave e il Pd deve dare una mano al presidente Mattarella a risolvere la crisi. Come si fa
lo capiremo in queste ore».

Con un governo con tutti dentro come propone Renzi?
«Quello è un auspicio, poi bisogna vedere cosa accadrà. Ma questo è il lavoro del capo dello Stato: di sicuro noi dobbiamo dargli una mano».

Lei parla di un Pd che deve sostenere gli sforzi del capo dello Stato, ma Renzi invece dice che se non si riesce a fare un governo con tutti dentro, bisogna andare al voto.
«Noi abbiamo sempre detto che adesso c`è bisogno di una legge elettorale, non si può andare a votare subito».

Esiste l`ipotesi che venga reincaricato Renzi?
«Non lo so, non spetta a me dirlo».

E della crisi che si è aperta nel Pd quando ne parlate?
«Oggi non è il momento della polemica, ma poi ci saranno molte cose da discutere e
analisi da fare. Dobbiamo capire quale messaggio ci abbia mandato il referendum. Non
abbiamo fatto un`analisi dopo le Regionali, non l`abbiamo fatta dopo le amministrative,
ora non ci si può più permettere di rinviare».

Intanto però ieri Renzi ha fatto solo comunicazioni evitando il dibattito…

«Renzi è venuto a dirci delle sue dimissioni e dell`apertura della crisi. Ci ha chiesto che il
confronto fra noi, aspro, “molto duro” lo ha definito, avvenga più avanti: se si tratta di rinviare la discussione per mettere avanti il Paese, allora va bene».

Nel frattempo voi della minoranza cosa fate?
«Continuiamo a fare politica. Il 17 dicembre organizziamo una grande assemblea a Roma
per ragionare su come ricominciare il lavoro, come cambiare il Pd».

Riferito a chi ha festeggiato per la caduta del governo, Renzi ha parafrasato Manzoni: chi non ha lo stile non se lo può dare. Ce l`aveva anche con lei?
«E` un argomento peregrino: quando si aprirà una discussione glielo diremo».

Cosa intende dire?
«Io ho votato no ma non ho festeggiato alla caduta del governo. Mi sono espresso su un
impianto costituzionale, non ho votato su Matteo Renzi, che pensa che il mondo gli giri
intorno. Si votava sulla Costituzione: se poi lui ha deciso di legarci le sue dimissioni, ha fatto una scelta autonoma. Nessuno gliel`ha chiesto».