Intervista a ‘Quotidiano Nazionale’, di Ettore Maria Colombo
Metodo delle primarie, “da fare dappertutto, tranne dove vengono ricandidati bravi sindaci uscenti come Fassino a Torino e Merola a Bologna”. Obiettivo: ricostruire e far vincere “il centrosinistra, un campo largo in cui deve stare dentro, partecipando alle primarie, anche la neonata Sinistra Italiana”. E un ‘no’ secco all’Ncd perché “è difficile, per chi vuole fare il centrosinistra, allearsi nelle città con un partito che si chiama Nuovo Centrodestra”. Parla a QN Roberto Speranza, leader di Area riformista, la minoranza del Pd.
Onorevole Speranza, sono importanti le prossime amministrative?
Non si può immaginare che quella delle amministrative non sia una partita prioritaria, per il Pd. Se vuoi governare l’Italia, non puoi non partire dalle grandi città. Capisco che Renzi punti molto sul referendum istituzionale, ma prima ci sono le amministrative. Ogni energia deve essere spesa per costruire le vittorie nelle città. Non vedo ancora una strategia chiara, nel Pd, rispetto a questo appuntamento e perciò ho chiesto di convocare una Direzione ad hoc del partito per parlarne. Veniamo da esperienze di buongoverno e in cui si è costruito un centrosinistra largo.
Quali rischi vede?
Due. Il primo è che prevalga, anche a livello locale, l’idea di costruire il Partito della Nazione e non il centrosinistra. E’ l’idea del ministro Lorenzin per Roma: Pd e Forza Italia con Marchini. Il secondo è di perdere il rapporto con quanto si muove a sinistra del Pd. Certo, non aiuta chi pensa addirittura a un sostegno a Grillo al secondo turno. Due errori che possono far vincere l’M5S.
Ma allora quale dev’essere il quadro generale delle alleanze?
Bisogna rivolgersi alle forze civiche, al mondo associativo, a tutto quanto si muove nel campo democratico. Incalzando anche chi è alla nostra sinistra a costruire una nuova coalizione per il governo delle città.
E il metodo da seguire?
Quello delle primarie, lo strumento più utile da sempre per allargare il campo del centrosinistra e il miglior antidoto al Partito della Nazione. Si scelgono i potenziali candidati, poi i cittadini decidono. Pisapia venne fuori così e non era la prima scelta del gruppo dirigente del Pd, ma poi ha vinto e governato bene. Solo dove, come a Torino e a Bologna, i sindaci sono uscenti e apprezzati, è naturale la loro ricandidatura e fare le primarie vorrebbe dire solo indebolirli. Per questo non capisco le recenti polemiche su un bis di Merola che, a Bologna, ha lavorato bene.
E se, per dire, Sala non volesse fare le primarie, a Milano?
L’ipotesi di candidati calati dall’alto è sbagliata e rischia solo di dividere. Sala vuole candidarsi? Passi per le primarie, ne uscirà rafforzato.
Roma è un rebus indecifrabile…
Capisco l’ansia del totonomi, ma non è il momento. Il Pd romano è in una fase molto difficile, bisogna ricostruirlo dal basso e rilanciare una proposta seria per la città. Primarie indispensabili.
Vuol fare un appello a quei discoli di Sinistra italiana?
Sel governa con noi in quasi tutti i comuni del Paese. Io voglio che questa esperienza continui e che loro non si sottraggano alle primarie per costruire il centrosinistra. Detto questo, loro credono sia impossibile far vivere la sinistra nel Pd, per me è impossibile che la sinistra esista senza il Pd. Mi impegnerò sempre per costruire nuovi ponti. Ma guai a pensare di appaltare la rappresentanza della sinistra a Grillo.
E se l’Ncd si offre, nelle città?
Io voglio costruire il centrosinistra, con Ncd esiste un patto per il governo nazionale. Nelle città non serve, ed è difficile immaginare di fare il centrosinistra con un partito che si chiama Nuovo Centrodestra.