“Leggere il nome di Walter sull’insegna di una strada è stato molto duro. Ma emozionante. Taurianova è una cittadina in provincia di Reggio Calabria. Da oggi qui esiste via Walter Schepis. Walter era arrivato alla Sinistra Giovanile dal movimento degli studenti e ne era presto diventato il motore. Un pomeriggio di maggio del 2004 la sua vita si è interrotta a causa di un incidente in motorino, proprio mentre stava andando ad una iniziativa politica. Grazie all’instancabile padre, Franco, ogni anno ci incontriamo per ricordarlo. Ed è sempre un momento intenso. Con me oggi c’è Nico, viaggiamo insieme da Rimini. All’aeroporto ad aspettarci ci sono Antonio e Doris. Poi arrivano Giacomo, Vinicio, Stefano, generazioni diverse della vecchia Sinistra Giovanile. L’anno scorso era con noi anche Federica che oggi è a capo della diplomazia europea con la stessa passione con cui un tempo era la nostra responsabile esteri. La Sinistra Giovanile è stata un pezzo importante della mia vita. Quando mi sono iscritto avevo 20 anni. Ė stata una comunità vera, a volte con un dibattito aspro, ma unita sui valori di fondo e sulla prospettiva di costruire una società più aperta, inclusiva e solidale. Quegli anni non li dimenticherò mai. Hanno segnato profondamente la mia formazione personale e politica.
Oggi i giovani italiani sono l’epicentro della rottura tra politica e cittadini. C’è una nuova enorme questione generazionale nel nostro Paese che da troppo tempo si fa finta di non vedere. Per me deve essere alla base della nostra nuova agenda politica.
Nel pomeriggio andiamo a Reggio Calabria. Ho deciso di visitare lo “scatolone”, una palestra trasformata in centro per minori stranieri non accompagnati. Sono quelli che hanno meno di 18 anni e arrivano in Italia disperati, senza genitori, in fuga da guerre, fame, violenze. Negli occhi di questi ragazzi la voglia di futuro si scontra con la durezza del passato. Le immagini che vediamo in tv sono spesso molto forti. Penso al bellissimo documentario “Fuocoammare” di Rosi, che ha ottenuto anche una candidatura agli Oscar. Ma incontrare questi ragazzi è tutta un’altra cosa. È un’esperienza fortissima.
Credo che un Paese civile non possa voltar loro le spalle e che sia giusto riconoscere uno status speciale. Da poco, alla Camera, abbiamo approvato una buona proposta di legge volta ad offrire loro protezione. È evidente che questo compito non può essere di un solo Paese e che è indispensabile un coordinamento a livello europeo.
Lo spirito di accoglienza e integrazione è un tratto identitario e irrinunciabile della nostra civiltà. Guai a metterlo in discussione. Ma perché esso non sia schiacciato dalla paura dobbiamo saperlo accompagnare con politiche di sicurezza serie e credibili che prosciughino quella palude di ansia su cui c’è chi vuole solo speculare per prendere qualche voto in più”.
Quinta pagina del Diario. Reggio Calabria.
