Intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, di Michele Cozzi
Roberto Speranza, lucano, ex capogruppo Pd alla Camera, probabile competitor di Renzi al prossimo congresso: Verdini è diventato la sua ossessione?
“Nessuna ossessione. I voti di Verdini in Parlamento non sono determinanti, la maggioranza è autosufficiente. Ogni volta che il nome di Verdini viene accostato a noi, il Pd ha solo da perdere, perché i nostri militanti e iscritti considerano, giustamente, Verdini cosa altra e ben diversa dalla nostra storia e dalla nostra cultura politica. Lui è stato uno dei colonnelli di Berlusconi. Dobbiamo dire definitivamente che Verdini non ha nulla a che fare con noi e ho chiesto a Renzi di avere una parola chiara su questo”.
Nella logica parlamentare ci sta che su specifici provvedimenti possa esserci il sostegno di gruppi esterni alla maggioranza. Non le pare?
“A me sta a cuore la prospettiva politica. Il Pd deve essere il cardine della ricostruzione del centrosinistra. Che è l’alleanza di governo con cui guidiamo comuni e regioni. Il centrosinistra non si può fare con Verdini. Quella è la prospettiva del partito della Nazione”.
Renzi non ha mai fatto riferimento al partito della Nazione. Non è così ?
“Sì, ma negli ultimi giorni abbiamo assistito all’elezione di tre vicepresidenti di commissione in quota maggioranza e ad un voto contro la mozione di sfiducia”.
Lei crede che nel mondo globalizzato, con i vincoli esterni esistenti, la politica possa fondarsi ancora sulla demarcazione sinistra-destra?
“È così in tutto il mondo. L’idea che queste categorie siano superate e che si possa fare tutto e il contrario di tutto non mi convince”.
E dell’alleato Alfano che pensa?
“Qualche giorno fa ha detto che il referendum sarà lo spartiacque che cambierà il sistema politico, costruendo un nuovo bipolarismo, da una parte quelli del sì, dall’altra quelli del no. Io sono totalmente contrario a questa logica. Per me destra e sinistra esistono e fanno la differenza. Se si trasformano i comitati per il sì in un nuovo soggetto politico, si da vita al partito della Nazione”.
Ma il Pd governa con Alfano. Che “formalmente”, quindi, è un alleato del deputato Speranza. Le pesa?
“Governiamo con forze di centrodestra, perché non c’era una maggioranza, a seguito del risultato delle politiche. Ma quello attuale è uno stato di eccezionalità. Alla prossima elezioni, noi torniamo a fare il centrosinistra e Ncd sta naturalmente dall’altra parte. Con le elezioni politiche si ritorna alla normalità. Il centrosinistra non si può fare con un partito che si chiama nuovo centrodestra”.
Parlando di centrosinistra logicamente lei include Vendola, e lo schieramento più a sinistra. Ma come la mettiamo con il premio di maggioranza alla lista che non agevola le aggregazioni?
“Lavorerò nel Pd con l’obiettivo di ricostruire il centrosinistra con le forze del civismo e quelle che ci sono a sinistra del Pd. È il modello con il quale abbiamo vinto le amministrative”.
La sua idea di politica è chiaramente alternativa al renzismo. Il segretario-premier come una parentesi?
“ Di segretari ce ne sono stati tanti. Renzi non sarà l’ultimo. È difficile spiegare cosa sia il renzismo. Ma credo che Renzi capisca bene che la nostra gente vive con molta inquietudine la sensazione di un amoreggiare quotidiano con certi personaggi”.
Passiamo alla vicenda di Bisceglie. Anche se può sembrare eccessivo, lì è in atto un laboratorio che ricorda il partito della Nazione?
“Leggendo i giornali, la vicenda mi sembra grave. Spero si possa chiarire immediatamente. Una cosa è se qualcuno ritiene di doversi avvicinare al progetto politico del Pd, altro sono le iscrizioni di massa oppure forme di trasformismo che sono inaccettabili. Queste degenerazioni allontanano i cittadini dalla politica. Serve rigore nel partito”.
Che succede sulle unioni civili?
“La società è molto più avanti della politica. Siamo l’ultimo Paese in Europa a non avere una legge. Lo scontro non è tra laici e cattolici, ma sull’estensione di diritti fondamentali a migliaia di cittadini”.
Sarà lei l’avversario di Renzi?
“Credo che sia necessario costruire un’alternativa a Renzi, e al renzismo che sta portando il Pd fuori dal proprio progetto originario. Questo è il mio obiettivo. Il congresso, per ora, non è all’ordine del giorno. Ma quello che è certo è che il Pd non è solo Renzi. Mi impegnerò con tanti altri per costruire l’alternativa a Renzi nel Pd.