Speranza: Sbagliato chiudere il dialogo. Così ci si fa del male

Fonte: Intervista al Corriere della Sera di Monica Guerzoni

“Sulla capitale c’è un’attenzione mondiale”.
E non è un bello spettacolo, onorevole Roberto Speranza.
“Consiglio a Renzi di intervenire in prima persona per costruire una exit strategy. Marino è un sindaco del Pd e a Roma ci sarà il Giubileo”.
Teme che Marino si candidi contro il Pd?
“L’unica strada è il dialogo tra Renzi e Marino. Il segretario e il sindaco si vedano e provino a costruire un’uscita dalla crisi”.
Renzi ha negato al Sindaco l’onore delle armi. Perché dovrebbe cambiare idea?
“Siamo su un crinale in cui si fa male alla città e al Pd, rischiamo di uscirne sconfitti”.
E’ un errore far dimettere i consiglieri del Pd?
“Marino risponde alla comunità che lo ha eletto e il Campidoglio deve poter discutere di questa vicenda. E poiché Marino non può andare avanti senza il sostegno del Pd, lui e Renzi devono trovare una visa d’uscita. Bisogna evitare un’impasse che fa male a tutti.
Di chi è la colpa?
“In un momento delicatissimo a me interessa poco fare il giudice. Da parte della minoranza non sarebbe responsabile aprire un dibattito per individuare le colpe di Marino o sul perché Renzi abbia deciso di non occuparsene. Il punto è che non ne esce bene il Pd, né la città di Roma”.
Marino avrà bisogno della minoranza?
“E’ prematuro parlare dei destini di Marino”.
E Matteo Orfini?
“Deve gestire una situazione molto complicata. E a me non piace fare processi”.
Per il dopo Marino si fa anche il nome della Lornezin.
“I sindaci andranno scelti con le primarie e sono sicuro che gli elettori del centrosinistra sceglieranno una personalità di centrosinistra, non di centrodestra. Le primarie sono il miglior antidoto al partito della Nazione”.
Intanto il Pd continua a perdere pezzi a sinistra.
“Ogni uscita è un fatto molto negativo e il gruppo dirigente non lo può archiviare con un0’alzata di spalle. Ma bisogna interrogarsi su una inquietudine che, nei territori, è molto più larga e profonda che in Parlamento”.
Ci sarà la scissione?
“Lo schema non può essere o fai l’applauso su tutto o esci. Per me la scelta è restare e battersi con coraggio, perché il Pd rimanga un grande partito di centrosinistra, a cominciare dalla legge di stabilità”.
Lei ha già detto che la vota.
“Non è vero che non ci sia nulla dell’impostazione di centrosinistra. Certo, lavoreremo per migliorarla. La retromarcia su ville e castelli è apprezzabile, ma non sufficiente”.
Per Renzi, i fondamentali non si toccano.
“Sulla casa stiamo commettendo un errore, mi batterò per un criterio di progressività”.
Per Renzi la legge di stabilità deve parlare alla maggioranza degli italiani, non alla minoranza del Pd.
“Se dico che sulla sanità mancano 4 miliardi non lo faccio per la minoranza del Pd, ma perché serve all’Italia un welfare solido e universale”.