INTERPELLANZA
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri dell’economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti – per sapere, premesso che:
la perdurante situazione di grave di crisi economica e sociale del Mezzogiorno e lo stato di attuazione del programma di utilizzo dei fondi europei ad esso destinati, non possono non suscitare profonda preoccupazione e sollecitare una significativa inversione di tendenza nell’azione dello Stato;
il Presidente del Consiglio sin dal suo insediamento ha ripetutamente dichiarato che fa parte degli indirizzi prioritari del Governo accrescere rapidamente la capacità di spesa dei fondi europei del vecchio ciclo (2007-13) e del nuovo (2014-20) e nello stesso tempo migliorare la qualità della spesa;
secondo gli ultimi dati forniti dal DPS (Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica) al 30 maggio 2015, ovvero a sette mesi dalla scadenza fissata dalla UE per la certificazione della spesa del ciclo dei fondi europei 2007-13, risultano ancora non spesi 12,3 mld, pari al 26,4 per cento della dotazione complessiva, di cui circa 1O mld nelle regioni del Mezzogiorno;
nel precedente Governo, il Ministro per la coesione territoriale aveva avviato una serie di iniziative di riprogrammazione per accelerare la spesa e concentrarla su alcuni obiettivi anticiclici e tali iniziative di riprogrammazione riguardavano anche il Fondo Sviluppo e Coesione e il Piano di Azione Coesione;
altre ipotesi di riprogrammazione a livello centrale, con il coordinamento del Ministro e la concertazione con le Regioni, erano state annunciate in relazione all’andamento della spesa dei programmi operativi regionali e nazionali (gestiti da vari Ministeri);
nel gennaio 2014 si è ufficialmente avviato il nuovo ciclo dei fondi strutturali europei 2014-20 e che le risorse europee a disposizione del nostro Paese ammontano a 41,5 mld, ai quali vanno aggiunti il cofinanziamento nazionale e il Fondo Sviluppo e Coesione per un valore complessivo che supera i 100 mld;
non risulta che a più di un anno e sei mesi dall’avvio del nuovo ciclo si sia iniziato a utilizzare tali risorse, pur in presenza di una situazione di grave crisi economica e sociale del Mezzogiorno;
i POR e i PON sono stati approvati dalla Commissione Europea solo negli ultimi mesi e alcuni restano ancora da approvare e non risulta che siano state intraprese iniziative per integrare più efficacemente detti programmi operativi nazionali e regionali in sede di formulazione, in modo da contrastare la dispersione delle risorse e favorire la loro concentrazione su pochi obiettivi di rilievo strategico, così come formulati nelle premesse dell’Accordo di Partenariato presentato alla UE e così come auspicato dai precedenti Ministri dei Governi Monti e Letta;
non risulta inoltre che siano in corso iniziative specifiche adeguate per accelerare l’utilizzo delle risorse;
il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, istituito con il Decreto legislativo n.88 del 2011, comprende le risorse nazionali destinate al riequilibrio territoriale e che tale decreto prevede che nella legge di stabilità, che precede il nuovo ciclo dei fondi europei, venga fissato l’ammontare complessivo (per la durata del ciclo dei fondi europei) delle risorse nazionali da utilizzare per obiettivi di coesione territoriale attraverso il FSC (art.5). Con la legge di stabilità approvata nel 2013 la dotazione del FSC è stata determinata in 54mld per il settennio 2014-20. La percentuale riservata alle regioni meridionali è stata fissata all’80 per cento. Tuttavia, a quasi due anni dalla determinazione di tale stanziamento, non risulta che sia stato avviato il processo di programmazione strategica del Fondo, per il quale è prevista una destinazione prevalente a grandi reti infrastrutturali, materiali e immateriali (art. 4 comma 3); programmazione strategica da realizzarsi in stretta connessione con quella dei fondi europei (art. 4 comma 2);
l’Agenzia per la Coesione Territoriale, istituita dall’art. 10 del D.L. 31 agosto 2013, n. 101, convertito con modificazioni dalla Legge 30 ottobre 2013, n. 125 costituisce un’importante innovazione al fine di promuovere un più efficace coordinamento nazionale nella programmazione dell’uso dei fondi europei e per la integrazione di tali risorse con quelle del FSC, prima ricordato. Inoltre, ad essa sono attribuiti compiti di accompagnamento e di supporto delle autorità di gestione dei programmi operativi regionali e nazionali, anche ai fini dell’accelerazione degli interventi e se necessario di riprogrammazione; in casi di particolare gravità, la Agenzia può inoltre assumere poteri sostitutivi. La legge istitutiva prevedeva che lo statuto dell’Agenzia venisse adottato entro il 1 Marzo 2014 con DPCM. Lo statuto è stato in realtà adottato il 9 agosto 2014. Il direttore è stato scelto nel luglio del 2014 e si è insediato nel dicembre 2014. Tuttavia, l’Agenzia non risulta a tutt’oggi pienamente operativa per la mancanza di regolamenti relativi all’organizzazione e alla contabilità. Di fatto, l’Agenzia non ha quindi potuto finora svolgere efficacemente i ruoli per cui era stata con urgenza istituita, con nocumento sia della necessaria azione di riprogrammazione dei fondi 2007-13 – con i relativi i rischi di perdita consistente di tali risorse prima ricordati – che del necessario contributo di coordinamento dei fondi del nuovo ciclo e della loro programmazione integrata con il FSC;
la scelta di ridurre il cofinanziamento nazionale dal 50 al 25 per cento ai programmi operativi di alcune regioni meno sviluppate dovrebbe alimentare una programmazione “parallela”, sull’esempio del PAC. Tuttavia, in mancanza di una programmazione certa degli interventi finanziati con queste risorse “liberate”, rischia di tradursi in un’ulteriore riduzione dell’impegno finanziario dello Stato per le politiche di sviluppo e di coesione nel Mezzogiorno;
ricordato, infine, che avendo il Presidente del Consiglio rinunciato alla presenza nel suo Governo di un Ministro delegato per la Coesione Territoriale, le relative deleghe sono state affidate al Sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio. Tuttavia, in seguito alla nomina di quest’ultimo a Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, il 2 aprile 2015, le deleghe non sono state più riattribuite, in un momento peraltro cruciale per la conclusione del vecchio ciclo dei fondi e l’avvio del nuovo -:
se non ritengano che l’azione del Governo sia stata obiettivamente contrastante con gli indirizzi programmatici – ripetutamente espressi dallo stesso Presidente del Consiglio – volti a accelerare il più possibile la spesa dei fondi, migliorandone al contempo la qualità, e quindi l’impatto positivo sulla grave situazione economica e sociale del Mezzogiorno, sulla quale concordano i principali istituti di ricerca;
se non ritengano pertanto necessario rivedere la scelta di non avvalersi di un Ministro per la Coesione Territoriale pienamente impegnato nel compito di coordinare più efficacemente l’impiego delle risorse europee e nazionali, rafforzando il suo ruolo con la possibilità di usufruire della piena operatività dell’Agenzia per la Coesione Territoriale ed, eventualmente, con l’introduzione di modifiche nei meccanismi istituzionali di governo delle politiche di coesione che rendano possibile un miglior coordinamento e una più efficace strategia nazionale;
se non ritengano altresì necessaria una maggiore attenzione complessiva al problema dello sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno – attualmente, a parere dell’interpellante, marginale nell’azione del Governo – come componente centrale e ineludibile della strategia per la ripresa complessiva del Paese e, a tal fine, quali iniziative intendano intraprendere in questa direzione.
Roberto Speranza