Intervista a il Mattino, di Ettore Mautone
La violenza in pronto soccorso è un fenomeno odioso e inaccettabile che lede il patto di fiducia e l’alleanza tra medico e paziente, crea caos e sfiducia, mette a rischio la continuità delle cure in un luogo sensibile dove arrivano pazienti in codice rosso in immediato pericolo di vita. Tutte condizioni che, secondo il ministro della Salute Roberto Speranza, rappresenterebbero i presupposti per procedere con la decretazione d’urgenza. “Ne avrei facoltà – avverte in quest’intervista al Mattino – ma ho molto rispetto della funzione parlamentare e a fronte dell’unanimità con cui il Senato ha licenziato uno dei progetti di legge che porta anche la mia firma intendo rispettare l’iter alla Camere e nelle Commissioni. Se lavoreremo con lo spirito unitario che ha contraddistinto il percorso della norma io credo che entro i primi mesi del nuovo anno potremo condurre in porto l’approvazione della nuova norma che inasprisce le pene ed istituisce l’osservatorio permanente”.
Ministro Speranza che tempi avrà la nuova legge? C’è chi teme un rallentamento in Aula tra emendamenti e lavoro delle Commissioni.
I tempi parlamentari saranno i più veloci possibili. Potrei anche usare i poteri di estrema urgenza ma essendoci un percorso avviato sono rispettoso del lavoro del parlamento. Bisogna fare presto per dare una risposta immediata. Questo tema è sempre più presente nelle nostre cronache. Uno Stato serio e rigoroso non sottovaluta quello che accade nelle prime linee degli ospedali. Bisogna intervenire con grande fermezza. Dobbiamo avere cura di chi ci cura, della passione e abnegazione di chi fa un lavoro duro nelle prime linee degli ospedali al servizio della comunità e cura i nostri malati in situazioni di difficoltà. Confido in un passaggio rapido alla Camera e anche se ci saranno emendamenti e un ritorno in seconda lettura in Senato credo che entro i primi mesi del 2020 approveremo la legge.
Ci sarà spazio per attribuire ai camici bianchi la qualifica di pubblico ufficiale che consentirebbe la procedibilità penale d’ufficio anche senza la denuncia del medico? Questo è previsto dalla pdl Rostan di cui sono firmatario. Ma nel merito va detto che la norma, che è stata approvata al Senato all’unanimità, tratta un tema che sta a cuore a tutte le forze politiche. Di fronte a un’emergenza del genere si abbassano le bandiere di parte e le decisioni si assumono nella maniera più unitaria possibile. Il testo, già molto positivo, lo si può migliorare alla Camera con un sereno dibattito parlamentare. Sulla procedibilità di ufficio la valutazione è già nel testo e il parlamento deciderà se esplicitarla ulteriormente.
Pensa da ministro a qualche correttivo?
Ascolteremo le forze sociali e gli Ordini professionali. l’idea è di un ulteriore ampliamento della protezione coinvolgendo oltre al personale che lavora nelle corsie e negli ospedali, tutto il personale del comparto salute compresi i veterinari.
Perché i veterinari?
Vi è evidenza di violenze che li coinvolgono. Sono anche molto aumentate le donne impiegate in questo settore.
C’è chi invoca nuove più stringenti regole di ingaggio delle guardie giurate per funzioni di pubblica sicurezza. Lo ritiene praticabile?
Riflettiamo, ma lo stesso Prefetto di Napoli ha sottolineato che non si può immaginare di militarizzare gli ospedali sottraendo personale alle volanti. Bisogna affidarsi anche alla tecnologia.
Ma le guardie già ci sono senza funzioni di polizia...
Questo aspetto è in fase di valutazione in sede parlamentare. Ma vorrei essere chiaro. La repressione è solo una parte delle azioni da mettere in campo.
Quali sono gli altri fronti?
Vogliamo rimettere al centro dell’agenda del Paese la Salute delle persone, un tema centrale della nostra Costituzione. Abbiamo un Servizio sanitario che a differenza che in altri paesi è ispirato a principi di universalismo ed equità. Prerogative preziose da difendere e riaffermare.
Come?
Siamo partiti con atti molto concreti come l’abolizione dal prossimo anno del superticket. Una mia proposta messa in bilancio che rompe il meccanismo per cui oltre ai 36 euro delle prestazioni si pagano altri 10 euro sulle visite specialistiche. Abbiamo inoltre accresciuto di 2 miliardi il fondo sanitario del 2020 a fronte di stanziamenti di 1 solo negli ultimi anni. Altri 2 miliardi vanno all’ammodernamento delle strutture e alle spese per nuove tecnologie. Tutto questo non si vedeva da tempo e lo abbiamo fatto nonostante una congiuntura difficile. Risorse che si investiranno nel personale, per abbattere le liste di attesa e migliorare la qualità del servizio. Si chiude la stagione dei tagli e si ricomincia ad investire in sanità”.
In manovra però c’è chi teme vi siano troppe tasse.
Bisogna fare chiarezza e informare i cittadini. Sulla sanità la tassa più iniqua, i superticket, l’abbiamo abolita. Poi abbiamo disinnescato una mina per 60 milioni di famiglie rappresentata dai 23 miliardi di Iva che pesavano come clausola di salvaguardia. Se fossero scattate avrebbero dato un colpo micidiale all’economia e un danno terrificante a imprese e famiglie. Non solo paghiamo le scelte dei governi degli anni precedenti ma facciamo anche tre operazioni di natura sociale.
Quali?
Del comparto salute ho già detto, poi 3 miliardi sul cuneo fiscale, soldi che vanno nelle buste paghe dei lavoratori e infine 600 milioni appostati sulle famiglie. L’ultima cosa che sono riuscito ad ottenere, sempre in ambito salute, sono 235 milioni per far arrivare nei 50 mila studi dei medici di medicina generale strumentazioni per la diagnostica di primo livello.
A cosa serve?
A ridurre le liste di attesa e gli accessi impropri ai Pronto soccorso, per una risposta al cittadino malato di prossimità. É già legge dello Stato ed è una proposta alla quale ho tenuto molto, condivisa dai medici.
La Campania uscirà dal commissariamento?
Su questo posso solo dire che esistono corrette relazioni istituzionali ed è in corso una valutazione tecnica. Il mio auspicio è che la situazione possa evolvere in maniera positiva nelle prossime settimane. L’interlocuzione è costante e proficua.
E il Patto per la salute con le Regioni?
Siamo al lavoro, prevediamo una riforma per affrontare in maniera nuova le eventuali situazioni di difficoltà in cui le Regioni si troveranno in futuro.